L’antica lotta, sempre attuale, del padrone con i servi si ripete anche
in questo lavoro teatrale.
L’autore ha scelto un termine moderno per dare il titolo alla commedia,
ma in realtà, i tre servi, sono costretti da lui ad una dieta forzata.
Per produrre sempre di più tutti i dipendenti sono legati con una grossa
catena al posto di lavoro. Mangiare è una perdita di tempo, possono
assolvere a questo compito anche stando incatenati , penserà lui a
fornire loro un pasto frugale: un piatto di fave lesse (per tutt’e tre)
“Custa benid de Seddori… Bell’a coi e non potad fazzoni!”
Uno dei servi sbuccia le fave e mette le bucce da parte: “fiat po mi
ddu pappai a buch’e sabòri!” I colpi di scena si susseguono
velocemente dando alla commedia un aspetto brillante e godibile, pur nella
sua complessa drammaticità.